E se mi licenziano cosa faccio?

Licenziamento

L'opzione licenziamento

L’opzione licenziamento è una delle opzioni possibili e con una percentuale di probabilità non irrisoria, specie di questi tempi.

Lasciamo da parte le lotte per non perdere il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali, tematiche in cui non voglio entrare.

Mettiamoci davanti allo specchio e diciamoci: "Mi hanno licenziato!".

Capita!

Questa affermazione ( "Capita!" ) - nella sua semplicità - non è banale per una cultura come la nostra. Vuol dire che ormai i licenziamenti sono all’ordine del giorno: non si viene licenziati per colpa, per aver rubato, per non aver lavorato, non solo almeno. La grande maggioranza dei casi affonda le radici in cambi di mercato, di strategia, di organizzazione dell'azienda per cui si lavora.

Quindi meglio affrontare uno dei casi della vita, anche se indubbiamente uno dei più dolorosi, assieme alla malattia, alla perdita di una persona cara e alla separazione.

Una lezione dagli USA

In America si dice che si affronta tutto con semplicità… perché il mercato del lavoro è diverso: si esce e si entra facilmente!

It's a not a big story of loss. In the scheme of life, being moved aside from a job, however much you love it, is a small thing.

– Katty Kay

In realtà ho trovato un articolo sul web relativo alla storia di un licenziamento che racconta in modo molto aperto e trasparente la storia di una persona che descrive il momento tra la perdita e il ritrovamento di una nuova opportunità molto bene, mettendo in evidenza che siamo "umani" e come tali le emozioni sono uguali ovunque.

Le reazioni nel bene possono essere del tipo:

I have been lucky, indescribably lucky. So much so that I almost hesitate to write it down for fear of jinxing my good fortune. My four children are healthy, my husband is fit and well and my parents are still alive. I have not yet suffered the agony of losing a loved one - the death of my childhood hamster "Pig" doesn't really count. But it will happen, I know. My parents are 84 and 86 and I have a constant nagging dread of that midnight phone call. I'm afraid of grief. Will I be up to bearing the pain? How do you cope, every hour? One day I will find out.

– Katty Kay

Le reazioni nel male possono essere come quelle di seguito:

I cried again, properly this time, in private. Once I'd retreated to the safety of the lockable changing room, my humiliation poured out, wet and sniveling. It made it no easier that my replacement was a friend who genuinely felt bad about the change in roles. I wish I could say I was angry. Who the hell was this man telling me I didn't have enough character? That I was a moldy apple or an insipid orange. Why didn't I thump the table and put up a fight? Was I really that meek? But my overwhelming feeling was humiliation. Everyone would know, and talk about the fact that I'd failed. It would be breaking news in a newsroom full of 'who's up who's down' obsession.

– Katty Kay

Quello che suggerisce e che mi piace di tale articolo è però l’accettazione di una nuova opportunità lavorativa non ideale.

1. I hadn't learned the lesson that none of us are other peoples' headlines for very long. People are far too wrapped up in their own lives to care about what's happening to other people. Even if it is a moment's hot gossip, it's only that, a moment. 2. Fortunately, a quick dose of the kind of reality that only comes with a visit to the ATM made me realize quitting was not an option available to me, and my rather large family. I needed to pay the bills.

– Katty Kay

La persona che si racconta non si fossilizza su quanto faceva prima in termini di ruolo e prestigio, ma trova e accetta di buon grado un lavoro simile al precedente che appare però di livello inferiore, infatti lo chiama “opzione B”.

When the show's new editor offered me the job of political correspondent, I swallowed the temptation to tell him, and the network that had humiliated me, to fxxx off. I did say I needed some time to think about the offer, a small face saving measure. Of course I took the job. I didn't have much choice and maybe sometimes that's a good thing. I wasn't thrilled but I did it.

– Katty Kay

Non importa!

Il lavoro ha un senso e un valore e di per sé, indipendentemente dal riconoscimento sociale.

Ma poi la vita continua…

And that's when something good happened, when failure became success. The year was 2007 and little did we know it but we were on the doorstep of one of the most exciting elections in history. Thanks to my new job, I got a front row seat. I crossed the country covering the race, first between Hillary Clinton and Barack Obama and then between Obama and McCain. It was the political story of a lifetime. It turned out I was really good at it. The experience stretched me and I rose to the challenge. I exercised reporting muscles I hadn't used before, became confident and quicker and smarter. And, yes, I developed a stronger, more authoritative on air presence. My reporting was noticed, I got invited on US networks and my career took off.

– Katty Kay

L’opzione B come nelle favole può portare nuovi successi. Leggere per credere.

Informazioni sull'autore
Cristina Gianotti
cristina.gianotti@goodgoing.it
Cristina Gianotti si occupa da oltre quindici anni di Coaching - Career, Executive e Business Coaching – a supporto di: manager, professionisti, imprenditori interessati a investire su stessi e sulla propria crescita professionale. Viene da un background di consulenza direzionale, management e imprenditoria. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro "E' facile cambiare lavoro se sai come fare" con bookabook. Nel 2018 il suo secondo sul networking: "Connecting Dots: il networking, questo sconosciuto".

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