Curriculum vitae: biglietto da visita per il mercato del lavoro

CV, Biglietto Visita per il mercato del lavoro

Il curriculum vitae (abbreviato in “cv”) a cosa serve?

Il CV serve per presentarsi a un’azienda - a un potenziale datore di lavoro in generale - nei cui confronti si è maturato un interesse di tipo professionale.

E’ il primo passo verso la creazione di tale relazione, a cui ne seguiranno altri come una telefonata, un colloquio conoscitivo, un processo di selezione (che varia da azienda ad azienda, da posizione a posizione, da paese a paese).

Questo è il contesto in cui si inserisce quanto va scritto o non va scritto in un cv.

Per inciso, stiamo considerando la situazione in cui il cv è scritto con un testo libero.

Sembra facile… ma partire dalla pagina bianca non lo è, in pratica.

Cosa scrivo all'inizio?

Scrivo Curriculum vitae o no?

Posso scrivere “Curriculum Vitae” se invio il cv senza una lettera o una mail di accompagnamento/presentazione o di marketing, altrimenti meglio tralasciare la dicitura: il riferimento al “cv in allegato” o similari verrà messo nella lettera.

La dicitura “Curriculum vitae” può eventualmente essere indicata nel piè di pagina.

Il nome va messo di sicuro. Meglio mettere prima il nome e poi il cognome. Ciò vale come regola anche nella firma, anzi soprattutto in quella. Sono passati i tempi in cui ci si presentava, anche oralmente, a partire dal cognome!

Dal momento che il contesto è quello di un privato cittadino che si propone a un’azienda per un rapporto di lavoro, è meglio non usare titoli (gli studi si indicano in un’altra sezione). Esordire con dr., ing., P.I., etc. non è elegante. Non ci poniamo qui come liberi professionisti, caso in cui è effettivamente doveroso precisare il titolo professionale!

Che riferimenti mettere?

Innanzitutto vanno messi i propri contatti! Se il lettore mi vuole chiamare (che è poi lo scopo per cui scrivo e invio un cv!) è meglio che abbia sotto mano i miei riferimenti senza andarli a cercare nell’ultima pagina o chissà dove (nella lettera di accompagnamento per esempio). E se poi li dovessi dimenticare? Ho fatto il lavoro per niente!

I riferimenti sono: indirizzo, telefono, mail. Ormai questi tre riferimenti sono uno standard.

In Italia l’indirizzo si vuole sapere. Siamo ancora un paese in cui conta il dialetto, la provincia, etc., per diversi motivi. Un motivo “aziendale” per cui si guarda dove una persona vive è che chi si sposta per lavoro in Italia ha ancora delle aspettative economiche nei confronti dell’azienda interessata (es. rimborso spese di viaggio o per un albergo/una residenza). L’azienda, che non ha intenzione di pagare per questo, può avere delle preclusioni verso candidati che vengono da altra città, regione, etc.. Solo in alcuni casi di profili difficili da trovare in zona l’azienda prevede nel budget per la figura che vuole inserire anche i compensi di trasferimento. Magari ha senso specificare residenza e domicilio nel caso in cui si voglia/possa giocare su due città o regioni.

Il telefono ormai è il cellulare, chi usa più il fisso o controlla frequentemente la segreteria di casa? Meglio un numero di cellulare sempre funzionante e con segreteria. Alcuni non gradiscono la segreteria. Non discuto stili e gusti, ma per essere facilmente reperibili è meglio la segreteria, il telefono acceso, l’ascolto dei messaggi e … richiamare chi ci ha lasciato un messaggio appena possibile.

La proposizione di se stessi a un’azienda è un atto personale: usiamo cellulare e mail personali. Ciò ci conviene nel breve e anche nel medio-lungo periodo: se dovessimo cambiare azienda, chi ci trova più? Oppure, se l’azienda ci licenzia, ci “beccano” subito e non possiamo gestire la “motivazione dell’uscita”, cioè dare la nostra versione dei fatti.

E la foto? Dipende. Innanzitutto se foto deve essere, che sia del viso, a colori e recente per favore: foto da giovani quando si è over50 non ci valorizzano, anzi costituiscono una nota stonata!

La foto in Italia non è molto in uso. In altri paesi può essere richiesta (es. Germania), in altri può essere del tutto fuori luogo (negli USA per esempio è vietata dal momento che dalla foto si evince sesso, razza, età, etc. e ciò può dar adito a discriminazioni).

Ci sono delle professioni in cui la foto può essere opportuna: penso alle professioni legate al contatto con il pubblico, con i clienti, ecc. oppure per sviare l’attenzione sull’anagrafica! Magari dimostro meno anni di quelli che ho e in Italia sull’età ci sono ancora certi pregiudizi!

Dobbiamo mettere altro all'inizio?

Dipende: alcuni possono indicare un riferimento a un social network professionale (es. Linkedin), oppure un account Skype per i contatti telefonici (oggi alcuni primi passaggi di selezione passano per la rete, soprattutto se la selezione è a livello internazionale).

Non mettiamo la data di nascita…. E’ un dato che può scatenare pregiudizi, meglio non metterlo in evidenza. Concentriamo dapprima l’attenzione su cosa sappiamo fare e non su quanti anni abbiamo .

Informazioni sull'autore
Cristina Gianotti
cristina.gianotti@goodgoing.it
Cristina Gianotti si occupa da oltre quindici anni di Coaching - Career, Executive e Business Coaching – a supporto di: manager, professionisti, imprenditori interessati a investire su stessi e sulla propria crescita professionale. Viene da un background di consulenza direzionale, management e imprenditoria. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro "E' facile cambiare lavoro se sai come fare" con bookabook. Nel 2018 il suo secondo sul networking: "Connecting Dots: il networking, questo sconosciuto".

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